Mandrake porta la sua energia, la sua ironia e il suo messaggio positivo nei teatri di tutta Italia. Un fenomeno che unisce le generazioni, con un legame speciale con la Sicilia, tra emozioni, improvvisazioni e sogni realizzati.
Mandrake è il perfetto esempio di come il talento, la spontaneità e il coraggio di inseguire i propri sogni possano trasformare una passione in un vero fenomeno nazionale. Da milioni di visualizzazioni sui social agli applausi dal vivo nei teatri di tutta Italia, Mandrake riesce a emozionare e far sorridere un pubblico trasversale, che abbraccia tutte le età.
Un viaggio entusiasmante che lo riporta spesso in Sicilia, terra a cui è profondamente legato e dove ogni spettacolo si trasforma in una grande festa di affetto e partecipazione.
Nei suoi spettacoli, sul palco, al centro della scena, si trova un gigantesco smartphone da cui vengono proiettati i suoi sketch più famosi: Mandrake li commenta, improvvisa, interagisce direttamente con il pubblico, che diventa parte integrante dello show. È qui che emerge la sua vera forza: saper leggere l’energia della platea e trasformarla in uno spettacolo unico, ogni sera diverso.
«Se dovessi descrivermi in tre parole – dice Giuseppe Ninno, in arte Mandrake, prima di salire sul palco e farsi inghiottire dal fragoroso applauso dei suoi fans – direi che sono permaloso, abile improvvisatore e umile. Ad esempio, ho capito che la mia creatività sarebbe potuta diventare un lavoro, quando è arrivato il primo bonifico da YouTube!».
Ride e le sue battute sono contagiose. In effetti quello è stato il segnale: il suo modo di raccontare poteva davvero diventare un mestiere.
Mi chiedo cosa ispiri i suoi sketch e la risposta è immediata.
«La gente, la società. Osservo la realtà quotidiana e poi esaspero alcuni tratti per creare personaggi in cui tutti possono riconoscersi. È da lì che nasce la risata. Basta cogliere quel piccolo particolare che, se portato all’estremo, diventa irresistibilmente comico. E la magia è proprio vedere la gente che ride riconoscendosi. Sui social sono molto seguito e questo mi gratifica ma il like, alla fine, rimane solo un numero, seppur magari anche grande, ma resta virtuale. L’applauso invece è reale: lo senti, lo vivi, ti travolge. È tutta un’altra soddisfazione».
Il pubblico di Mandrake è lo stesso pubblico che lo segue sui social: grazie ad artisti come lui, infatti, le persone di tutte le generazioni hanno iniziato a riempire i teatri di tutta Italia. È lo stesso Mandrake a chiarirlo: «Il mio pubblico non cambia, è lo stesso dei social, ma dal vivo si percepisce meglio la varietà: il quindicenne di TikTok, il cinquantenne di Facebook, la nonna di 87 anni che riceve il biglietto come regalo di compleanno. È emozionante vedere come la mia comicità arrivi a tutte le generazioni.
Tra l’altro, alla fine di ogni spettacolo, ho sempre il piacere di intrattenermi un po’ con il mio pubblico, di guardare negli occhi le persone. La magia sta anche qui. E poi sento il loro affetto. A Roma, per esempio, è capitato un episodio spiacevole, ci hanno rubato tutti i vestiti di scena, ma la situazione, da drammatica, è diventata speciale: un bambino di otto anni ci ha regalato una vestaglia per sostituirla, e una mamma ci ha donato il pigiama del papà. Sono cose che ti fanno capire quanto affetto c’è attorno a questo lavoro e questa cosa mi gratifica. La gente mi riconosce per strada ed è meraviglioso! Ad esempio, a Milano mi chiamano “Ninno”, a Roma “Mandrà”, qui in Sicilia “Mandrakino”. Ogni posto mi regala un soprannome diverso e tanti sorrisi. E io sono grato per tutto questo».
A proposito della Sicilia, Mandrake svela un legame speciale con l’Isola, un amore che dura da molti anni. La Sicilia è molto più che una tappa del suo tour: è una terra che lo emoziona da sempre.
«La prima volta che venni in Sicilia fu nel 2002, a Noto. Rimasi incantato. E ancora oggi la Sicilia è un luogo che mi dà tanto, sia a livello professionale che umano. Il calore della gente, i sold out a Palermo e Catania, e ancora Agrigento e Ragusa…».
Mandrake sembra assorto da un pensiero, si sofferma appena, poi sorride e continua a raccontare: «Ti dico questo. Un signore si è fermato con la moto davanti al ristorante, aveva il casco ed era tutto abbottonato. È entrato, si è abbassato il giubbotto e ha tirato fuori una teglia gigantesca di cannoli siciliani! Allora sono proprio vere le cose che si raccontano della Sicilia! Il calore e l’accoglienza della gente, oltre chiaramente alla cucina! Queste sono cose che ti rimangono nel cuore».
Mandrake tornerà in Sicilia anche questa estate, con nuove date a Enna, Gela, Palermo, Partanna a Trapani, Zafferana Etnea, al Teatro Greco di Tindari.
Conoscere l’artista, andare oltre il personaggio, è sempre un contatto speciale, ci fa capire che la sua arte non è fatta soltanto di comicità. Mandrake è anche l’esempio concreto di chi ha avuto il coraggio di cambiare vita per realizzare un sogno.
«A 37 anni mi sono licenziato. Qualcuno avrebbe potuto pensare che fosse una follia: la casa, il mutuo, la famiglia… Ma sapevo che dovevo provarci. Prima lavoravo otto ore al giorno e dedicavo il 50% alla mia attività, adesso ci metto il 100%. Oggi siamo arrivati a quasi sei milioni di follower, teatri pieni, un cartone animato in lavorazione… Se credi nei tuoi sogni, puoi davvero cambiare la tua vita. Chiaramente non smetto di sognare. Il mio progetto è il cinema. Stiamo lavorando anche a quello ma, intanto, continuerò a girare l’Italia con il tour teatrale fino a gennaio».
